Gianluca

Gianluca Fusto è un uomo intrigante perché riesce a essere sé stesso – a ben incarnare la sua vocazione professionale - e nel medesimo tempo qualcosa di diverso. Facile il parallelo tra la sua fisiognomica facciale e l’arte che l’ha reso famoso: gli occhi dolci, lo sguardo tenero, i modi gentili… Tutto rimanda al suo essere uomo-pasticcere, la cui soavità vellutata richiama un pan di spagna, la fragrante amabilità lo scrocchio della sfoglia fresca. Un buono che fa cose buone. Poi, però, Fusto appare anche altro rispetto a quanto sa plasmare.

E’ arruffato, imprevedibile, tanto quanto i suoi dolci risultano geometrici, in totale bilanciamento, oltre che gustativo, anche estetico. Una scelta stilistica, questa, che gli deriva dalla formazione che ha ricevuto. E’ stato il primo pasticcere straniero a poter accedere all’Ecole du Grand Chocolat Valrhona, nel 2003, 28enne: qui si è trovato a operare con chimici, fisici e ingegneri alimentari, acquisendo l’approccio al dolce, metodico, che è uno dei suoi tratti salienti. Tale imput transalpino all’esattezza tecnica è andato però a modellare una materia già viva, dotata di anima, che ne vivificava la straordinaria curiosità creativa. Lui, milanese classe 1975, ha importato cognizioni tecniche, innestandole però su un pensiero che già si era formato. Non è un caso che suo padre putativo sia Aimo Moroni: ossia l’uomo che ha saputo raccontare più di ogni altro, e prima di tutti, la straordinarietà dell’essenza gastronomica nazionale. E’ forse in fondo questo, il segreto di Fusto: le sue creazioni parlano il francese, raccontano il mondo (dolce), ma nascono da un approccio insieme personale e italiano.

Linda

C’è una strana simbiosi, quasi un’attrazione tra opposti a legare Linda Massignan e Gianluca Fusto, sia nella professione che nella vita. E’ come se i due si completassero a vicenda: lui il rigoroso d’estro che sembra invece pervaso dal caos, lei la talentuosa creativa che ama le arti ma non appare mai fuori posto e squaderna sulle prime un cipiglio quasi professorale. Così diversi, così simili. Chi li conosce poco può pensare che lei sia semplicemente funzionale a dare un ordine a lui.

Non è così: sono allo stesso modo sfaccettati. Spiega Linda: «Gianluca è il compagno di viaggio ideale, dallo sguardo profondo e limpido, che accompagna senza imporre e con il quale andresti ovunque, senza alcuna bussola se non quella della fantasia e dell’amore». E se sull’amore null’altro vogliamo dire, qualcosa si può invece aggiungere sulla fantasia, che emerge tra i tratti distintivi di questa ragazza classe 1974, veronese d’origine, a lungo bolognese e ora milanesissima. Calma e determinata: per Fusto complice e coscienza critica, manager e segretaria, stimolo e freno. Lei fa chiarezza per carattere, ma dietro la tempra alla Wolf (“Sono il signor Wolf, risolvo problemi”) cela una mente fervida e onnivora. Il suo curriculum è lungo così: copywriter, consulente, produttrice di eventi, manager, direttrice artistica, redattrice, traduttrice, tecnica del suono, regista... Vi si legge: “Tutto ciò che è artistico e innovativo la interessa. E' una buongustaia. Pratica il softball, l'equitazione e il canottaggio, anche se lo sport preferito resta il nuoto. Ama il mare”. Una divoratrice di sapere e sapori, un’anima pulita.

PERCORSI
ed. Italian Gourmet
anno 2013

LE MIE 24 ORE DOLCI
ed. Gribaudo
anno 2014

CROSTATE
ed. Italian Gourmet
anno 2014

MONO
ed. Italian Gourmet
anno 2017